11 Novembre 2021
5 trilioni di dollari. È il controvalore in green bond da emettere entro il 2025 per far fronte al cambiamento climatico
(i cui effetti sono dirompentemente sotto gli occhi di tutti).
Attualmente gli “investimenti sostenibili” ammontano a 35mila miliardi di dollari. La fotografia sullo stato dell’arte la fornisce
ogni due anni la Global Sustainable Investment Alliance (Gsia): le indicazioni sono relative al 2020 e segnano un rialzo del 15%
rispetto al 2018 e del 55% sul 2016.
Il trend di crescita è esponenziale ed irreversibile, tanto che i green bond hanno assunto il ruolo di vera e propria asset class,
mostrando tra l’altro una resilienza superiore a molte altre tipologie di emissioni obbligazionarie, ed evidenziando una minore
volatilità.
Si consiglia la lettura dell’interessante articolo di Vitaliano D’Angerio.
21 Ottobre 2021 ore 15.30 - 16.30
Un webinar gratuito organizzato dall’Associazione Italiana dei Consulenti Finanziari Autonomi.
30 Settembre 2021
La strategia attuata dagli USA nei confronti della CINA ha ormai connotati ben precisi, ed è figlia della consapevolezza che,
se dal punto di vista della potenza militare non ci sia paragone tra lo strapotere a stelle e strisce e l’apparato offensivo cinese,
da un punto di vista economico gli Stati Uniti non possono pensare di competere con il gigante asiatico restando isolati.
E quindi…. ALLEANZE. Meglio se a diretto discapito del Dragone, sottraendogli potenziali partner economico commerciali.
Così, dopo “Aukus”, il patto sulla sicurezza con GB ed Australia, gli USA stanno valutando insieme all’UE la percorribilità della
strada per giungere ad una cooperazione che porti al rafforzamento delle catene di approvvigionamento dei semiconduttori (e siamo
sempre li…..), contrastando le pratiche commerciali “non di mercato” che alcuni Paesi stanno portando avanti. Ovviamente anche in
questo caso non si fa esplicito riferimento alla Repubblica Popolare Cinese, ci mancherebbe….
Geopolitica e macroeconomia sono da sempre legate, non è una novità. Tuttavia l’attuale contesto economico, la presenza di una
pandemia che sembra non finire mai, le carenze di materie prime, l’ombra di una nuova (e diversa) guerra fredda tra USA e CINA
potrebbero impattare pesantemente sui mercati finanziari mondiali….. che in questo momento non sono proprio “cheap”…
Cinture allacciate…. O anche questo “giro” si continua a salire?????
22 Settembre 2021
Non deve fallire. Evergrande non deve fallire. È questo il mantra che milioni di investitori/risparmiatori cinesi (e non solo…..)
i stanno ripetendo, quasi per autoconvincimento, negli ultimi giorni. Il suo default potrebbe mettere a rischio il settore
immobiliare cinese e, in un pauroso effetto domino, il mercato finanziario cinese, quello dei Paesi emergenti e quello delle economie
occidentali…
Una nuova Lehman Brother, come si inizia a leggere su alcuni blog finanziari ed in qualche testata giornalistica.
Diversi i numeri (qui sono circa 300 mld $, 613 mld $ per Lehman), diversa la situazione (una montagna di carta per Lehman, carta e
mattoni in questo caso…), simile la volontà dichiarata da parte delle Autorità centrali di non intervenire per il salvataggio diretto.
Solo l’invio di consulenti per che aiutino la Holding di controllo a predisporre la più grande e complessa operazione di
ristrutturazione che il Mercato cinese abbia mai realizzato.
Ma quali sarebbero le reali conseguenze di un default di Evergrande? Quale l’impatto sulle quotazioni delle principali borse
occidentali, oggi a livelli decisamente “importanti”. E l’eventuale effetto domino potrebbe coinvolgere l’economia reale?
Qual è il vostro scenario?
16 Settembre 2021
Il problema era nell’aria da tempo. Oggi si registrano ritardi nelle consegne e riduzioni nelle previsioni di vendita di vari comparti (dalle autovetture ai devices elettronici, passando per sistemi di difesa ed elettrodomestici) dovuti principalmente alla mancanza di semiconduttori. Ma il problema ha sicuramente una portata più ampia e trascende l’attuale gap produttivo. Il mercato dei semiconduttori (e potremmo estendere il problema alle terre rare…) è in mano al Dragone, che si è mosso in anticipo rispetto ad USA e Unione Europea. Oggi l’Europa tenta di correre ai ripari, ma sarà in grado (una volta tanto…) di attuare una strategia unitaria? L’articolo dell’ottima Valentina Iorio (Euractiv) pone in luce aspetti interessanti della questione. Intanto il prezzo delle terre rare continua a crescere (con interessanti prospettive di ritorno per gli investitori che hanno colto l’opportunità)…..